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Piazza San Domenico
Piazza San Domenico è fatta d’oro e di cielo.
E’ una delle attrazioni più belle e allo stesso tempo semplici nel trafficato centro cittadino palermitano: una chiesa che guarda una colonna, dentro ad una piazza aperta su più lati.
Quivi confluiscono vie rumorose, folkloristiche e sempre vive, anche la notte; parlo di via Roma, di via dei Maccheronai e di via Giovanni Meli.
Siamo in pieno centro, nel quartiere storico della Loggia, che si estende fino al porto e che racchiude delle bellezze senza tempo.
Nella Piazza, che divenne tale nella seconda metà del 1600, risiedono dei monumenti di particolare interesse: la chiesa barocca di San Domenico e la colonna dell’Immacolata.
Partiamo dalla chiesa da cui prende il nome la Piazza: l’edificio eretto tra il XIV e XV secolo, ha subito diversi rifacimenti e la attuale configurazione risale all’epoca spagnola, mentre la facciata barocca così come la conosciamo è dell’appena prima metà del 1700. Il tempo e le ristrutturazioni non hanno mai veramente scalfito la bellezza dell’edificio e il suo ruolo è stato focale per diverse epoche. Tutt’oggi è una delle chiese più importanti della città, a tutti gli effetti, pantheon dei siciliani rinomati, dove sono stati celebrati, tra gli altri, i funerali del giudice Giovanni Falcone e di sua moglie Francesca Morvillo, uccisi dalla mafia nel maggio del 1992 insieme ai loro agenti di scorta.
La colonna dell’immacolata è invece un’opera molto più recente rispetto alla chiesa perché è stata eretta nel 1728 per riempire la piazza a seguito dei lavori di ampliamento, che hanno previsto anche l’intersezione con via Roma per dare vita alla forma strutturale che conosciamo oggi (prima la Piazza era infatti chiusa su quel lato).
Anche questa istituita in stile barocco, è caratterizzata dalla presenza di statue bronzee nella sua parte inferiore, mentre al suo apice si trova la statua della Madonna, eretta della perfetta altezza per essere visibile dall’altare della chiesa. Un faro guida durante le celebrazioni religiose.
Ma, come dicevo prima, la piazza ospita anche l’ingresso al mercato della Vucciria e al quartiere degli orafi e degli argentieri. Alle spalle e ai lati di questo edificio di culto così rappresentativo per la città di Palermo, batte il cuore pulsante dell’economia cittadina, con uno dei suoi mercati storici che è ancora in attività, ogni giorno dell’anno, ramificato su viette colorate e rumorose (Vucciria vuol dire, infatti, confusione, baccano).
Vie che prendono il nome e l’odore dai mestieri che le hanno vissute per tutti questi secoli; la prossimità con il mare è infatti un grande punto di vantaggio che ha reso questo mercato un nodo strategico nella storia, grande punto di passaggio per i mercanti di diverse epoche.
Oggi il mercato rimane caotico e rumoroso, pieno di ambulanti che lasciano il posto a nuove voci della sera, quando il quartiere si popola di vita notturna e di altri colori, diversi da quelli del giorno che brillano al sole.
Piazza San Domenico è d’oro e di cielo.
D’oro perché di questo metallo preziosissimo ne ha i colori: sono soltanto alcune fasce della sua chiesa che è sì barocca, ma semplice e in gran parte bianca. Ma i suoi “inserti” (parola decisamente impropria) fanno da protagonisti e irradiano una luce che illumina tutta la piazza. Il pavimento di basolato, tipicamente grigio, si colora anch’esso di giallo come a riflettere quel bagliore che sempre lo riscalda. E di sera, quando i lampioni diventano delle sfere, come tante stelle fioche che nella loro stanchezza sussurrano “non possiamo spegnerti” e rendono la piazza ancora più bella, donandogli un’atmosfera magica.
Piazza San Domenico è d’oro e di cielo.
Di cielo perché è tutta aperta e ti invoglia a guardare in alto, verso la punta della sua Madonna. Di cielo perché l’elemento preponderante quando non vedi il mare, anche se ne percepisci la vicinanza e l’odore.
12.11.23
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