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La Cattedrale
La cattedrale è nel pieno centro storico di Palermo, vicinissima alla Piazza che ospita il Palazzo Reale, che custodisce a sua volta la Cappella Palatina, e alle spalle del Mercato delle pulci (via dell’antiquariato della città) e di via Papireto, dove sgorgava l’omonimo fiume ai cui argini brulicavano i papiri.
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La cattedrale è uno dei primi edifici che si erge tre le vie del centro arabo-normanno a cui si accede da Porta Nuova.
La cattedrale è una meravigliosa opera architettonica che, nelle sue regalità ed eleganza, si sposa dando vita ad un ossimoro con l’ambiente circostante fatto di piccole vie, vicoletti e stradine secondarie, all'apparenza degradate, ma molte delle quali custodi di tesori inestimabili dentro ad atri maestosi che portano a case dai tetti altissimi e dagli spazi sconfinati.
Ma in fondo Palermo è proprio così: è un ossimoro vivente e qualunque edificio rievoca questa sua peculiarità, questo suo saper essere senza tempo, questa sua apparente trasandatezza che nasconde tesori, cuori pulsanti al ritmo di arte e bellezza. Un ossimoro per cui non ti fai domande sul suo controsenso, ma che ti dà tutte le risposte, anche a quegli interrogativi che non ti sei ancora posto. E la cattedrale, appunto, si erge maestosa in questo scenario così autentico e meraviglioso che è Corso Vittorio Emanuele.
L’edificio si innalza con il suo color sabbia in una piazza rettangolare molto ampia, cui i turisti e i fedeli accedono camminando su dei ciottoli levigati da un passìo (lett. passeggio) costante che dura ogni ora del giorno. La piazza abbraccia l’intera parete laterale della cattedrale, che si estende in lunghezza e racchiude tantissimi particolari che la rendono unica: la cupola, i campanili, gli archi e le porte, l’abside araba, l’orologio.
Già con una sola fiancata, la cattedrale rivela dei dettagli di infinita bellezza, dettagli che non si limitano appunto a quelli visibili da questa prima angolatura, ma che l’occhio riesce a scorgere sempre più nitidamente avvicinandosi verso le mura e scoprendone i segreti all'interno.
La cattedrale di Palermo è un simbolo unico della città, inestimabile e significativo. Per me personalmente, il più rappresentativo e di cui non smetto mai di meravigliarmi alla sua vista, insieme al Teatro Massimo. La possanza di quell'edificio, seppure all'interno di un contesto così vivo come quello del centro storico, riesce a nascondere il frenetico brusio delle strade colme di turisti e di botteghe piene di prodotti locali, con un rispettoso silenzio che trasuda dalle sue pareti.
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Non voglio parlare della storia della Cattedrale, non voglio descrivere le sue caratteristiche architettoniche; per questo ci sono già tanti materiali da cui poter attingere e voci molto più sapienti della mia. Vorrei però, con queste mie parole, che il lettore riuscisse ad indossare i miei stessi occhi per immergersi in questa visione che sto provando a descrivere con il solo strumento delle mie parole. Vorrei che, soprattutto chi non è natio di Palermo, riuscisse a sentire quello che sento anche io quando penso a dei luoghi così cari, che riuscisse a sentire l’odore di quella strada pur non essendoci mai stato e sentire il calore di quel sole che bacia ogni angolo della città, come un raggio di luce si fosse posato sul suo braccio.
Per facilitare questo percorso di immedesimazione, vorrei guidare almeno il senso della vista del gentile lettore, includendo questa fotografia che ho scattato in una calda giornata di dicembre di qualche anno fa.
Provate ad osservare attentamente questa foto e soffermatevi sulle prime impressioni che vi trasmette: sui colori delle mura, sul sole che la illumina, sulle statue silenziose che richiamano i passanti per la strada. Come vi sentireste se foste lì? Che sensazione vi trasmetterebbe la vista maestosa della Cattedrale dai suoi mille dettagli così armonicamente disposti nei suoi diversi stili?
Ora pensate che lo scenario attorno a voi è quello di una via molto lunga nel pieno centro storico, alla cui fine, in lontananza, riuscite a scorgere il blu del mare. Nel tratto in cui vi trovate, il mare è appunto lontano ma lo percepite, lo vedete, lo sentite. Vi guardate attorno, guardate i negozi pieni di gente, guardate i bar che vi offrono dolci granite o deliziosi cannoli alla ricotta.
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Adesso sforzatevi di ampliare questa esperienza sensoriale a distanza e unite alla vista, nella vostra immaginazione, il senso dell’udito. Siete in una strada colma di passanti e botteghe: riuscite a sentire il rumore dei passi, le voci e le rise delle persone che passano, le spiegazioni della guida che racconta ai turisti i segreti della cattedrale con la sua bandierina alzata per farsi trovare anche dall'ultimo del gruppo?
Fermatevi per un secondo, fate entrare tutti questi rumori dentro voi.
Adesso guardate di nuovo la cattedrale. Riuscite a sentire il silenzio che incombe sulle anime circostanti? Riuscite a farvi pervadere dalla bellezza davanti a voi che nasconde qualunque altro elemento, come fosse una futilità, come l’unica cosa importante fosse quello che vogliono dirvi quelle mura, quel silenzioso rumore che vi spinge a fermarvi, per scattare un’istantanea, per poi ritrovarvi ad essere più che protagonisti, spettatori ammiranti di quella fotografia?
Fermatevi, fermatevi ancora. Siate pazienti. Siate grati di questo silenzio che vi regala la Cattedrale. È un silenzio pieno, non deve farvi paura.
Riuscite a sentire quello che sento io? Riuscite a percepire questo “infinito silenzio” come lo sento io?
Io vorrei che questa scena non fosse solo nella mia mente, ma non potendo fare diversamente, mi accompagnerò insieme a voi in questo viaggio che per me e i miei concittadini è un ricordo caro e per i lettori, spero, una piacevole immedesimazione.
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Assaporate ancora quel silenzio, fatelo entrare come avete fatto entrare i rumori della strada affollata prima. E poi rianimatevi dentro alla fotografia, unendo lentamente il senso del tatto.
Avvicinatevi al muretto basso che cinge l’ingresso alla piazza della cattedrale e toccate le pietre. Sentite il calore che emanano? Che non è solo calore solare, è anche un calore che vuole confortare, che vuole abbracciare e rendere cittadini di quel posto. Non potrebbe essere freddo quel muro, nemmeno di inverno, perché è l’ingresso di una bellezza viva, che nella sua fermezza, nelle sue fondamenta che hanno poco meno di 1000 anni, ti parla e ti racconta di secoli lontani, di epoche diverse, del sole che è tramontato ma che è risorto, ogni giorno. Lo sentite il calore di queste leggende risalire dalle vostre mani, fino a tutto il braccio? Lo sentite questo alito di vento scompigliarvi i capelli?
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Provate ad inspirare ed attivare anche il senso dell’olfatto. Dalla terra si leva un odore di città antica. Camminate in avanti, aprite gli occhi verso il blu del mare e sentite quel lieve profumo di salsedine coperto dalle frenetiche attività locali che producono leccornie. Assaporate quel miscuglio di odori caratteristici che danno vita ad una fragranza che sa di casa.
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Fate adesso l’ultimo sforzo: ripercorrete velocemente i passaggi per cui vi siete immersi in questa brevissima e personalissima pellicola e immaginate di poter unire anche il senso del gusto. Che sapore avrebbe?
Io vorrei che questa scena non fosse solo nella mia mente, ma non potendo fare diversamente, mi sono accompagnata insieme a voi in questo viaggio che per me e i miei concittadini è preziosissimo.
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E prima di lasciare entrare altro nella mia mente, guardo ancora una volta le mura della Cattedrale.
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Oh cattedrale, meravigliosa ed unica pietra che con la tua presenza indispensabile, rendi più ricca la nostra città già ricca, rendi più bella la nostra città già meravigliosa, rendi più unica la nostra città già piena di particolari, rendi la nostra città più accogliente con le tue grandi braccia aperte, non smettere mai di brillare, non smettere mai di regalarci quel silenzio ristoratore, non smettere mai di farti desiderare da chi ti ha conosciuto e da chi, invece, vuole scoprirti.
29.03.20
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